Sette libertà del viaggio lento

Uomini liberi, autostoppisti, wwoof in Italia, Sicilia

7 libertà del viaggio lento

Una riflessione personale in cammino

Nel corso del tempo, viaggiando con lentezza, mi sono accorto che alcuni aspetti della mia vita stavano cambiando. Ma non si trattava solo di paesaggi, orari o abitudini: era qualcosa di più profondo. Il viaggio, quando vissuto senza fretta, mi stava restituendo spazi di libertà che prima non sapevo nemmeno di desiderare.

Con il tempo, ho provato a dar loro un nome. Ne ho contate sette, ma potrebbero essere molte di più. Non voglio proporle come un modello assoluto, né come una formula per vivere meglio: ogni persona ha il proprio percorso, le proprie condizioni, le proprie possibilità. So bene che il privilegio di potersi spostare, rallentare, scegliere, non è garantito a tutti.

Questa è solo una testimonianza, una riflessione personale. E se anche solo una di queste “libertà” potrà ispirare qualcuno a trovare il proprio modo di respirare più a fondo, allora sarà valsa la pena condividerla.

1. Libertà di spostarsi

La libertà di viaggiare non coincide con il fatto di potersi muovere da un luogo all’altro. O meglio, non solo. Spostarsi, quando lo si fa con lentezza, è anche un modo per ridefinire il rapporto che abbiamo con il mondo. È smettere di dare per scontato dove si vive, come si vive, e perché.

Camminare, pedalare, fare l’autostop: ogni forma di spostamento lento ha in sé una dimensione meditativa. Ti costringe a uscire da percorsi prestabiliti, a mettere in discussione le abitudini. Ma so bene che non tutti possono farlo. Ci sono passaporti che aprono porte, e altri che le chiudono. Ci sono corpi che camminano agili, e altri che devono restare fermi. Questa libertà, per essere davvero tale, dovrebbe poter essere accessibile anche a chi oggi non può permettersela.

E allora non parlo qui di un diritto già realizzato, ma di una possibilità da coltivare. Anche solo mentalmente. Spostarsi può anche voler dire cambiare prospettiva. E questo, a volte, si può fare anche restando fermi.

giro del mondo in bicicletta

2. La libertà di scegliere il proprio ritmo

Nel viaggio lento, il tempo si dilata.

Non ci sono treni da prendere al volo o tappe obbligate da spuntare. Il ritmo lo detti tu, o almeno ci provi. Può voler dire dormire un giorno intero sotto una quercia o restare una settimana in un villaggio dove pensavi di fermarti solo una notte.

Ma anche qui, serve onestà: non sempre possiamo scegliere il nostro tempo. Le scadenze, il lavoro, la salute, le responsabilità familiari ci incalzano. A volte viaggiamo con il fiato corto, anche dentro. Rallentare, allora, diventa un atto di resistenza, anche piccolo. Fermarsi a respirare, anche solo per cinque minuti.

Il ritmo lento non è un lusso da privilegiati: è un bisogno umano, spesso ignorato.

ritmo - montagna

3. Libertà di decidere dove vivere

Uno dei doni più grandi che mi ha fatto il viaggio è stato capire che posso vivere, o almeno fermarmi – dove sento che c’è vita per me. Un bosco, una città, una casa condivisa, un angolo di mondo dove si respira bene. Non sempre è facile, non sempre è sicuro. Ma l’idea che posso scegliere mi ha cambiato.

Al tempo stesso, so che questa possibilità è spesso legata a condizioni economiche, burocratiche o sociali. Non tutti possono decidere dove vivere. Molti devono restare. O scappare. Parlare di questa libertà senza ricordare i vincoli che la limitano sarebbe ingenuo.

Ma il desiderio di abitare luoghi che ci somigliano, quello sì, è universale.

casa mobile

4. Libertà di decidere quanto restare

Quando viaggi con lentezza, impari a capire quando è tempo di partire e quando è tempo di restare.

amaca

Non lo decide l’orologio, ma un’intuizione.

A volte ti fermi un’ora, a volte mesi. E questo ti insegna qualcosa anche sulla vita: che non c’è una durata giusta per ogni esperienza, ma c’è un tempo interiore che va ascoltato.

Anche qui, però, il tempo non è sempre nostro.

Molti viaggiatori devono muoversi in fretta per questioni di visti, di denaro, di stagionalità. Io stesso ho spesso dovuto ripartire controvoglia. Ma sognare di poter restare quanto serve, quanto si vuole, resta per me una delle forme più dolci di libertà.

5. Libertà di scegliere con chi condividere il tempo

Viaggiare lentamente ti mette in contatto con le persone, e spesso ti permette di scegliere chi frequentare. Non sempre succede nella vita “fissa”, dove relazioni e obblighi si sovrappongono. In viaggio, puoi creare connessioni più autentiche, oppure ritrovarti solo e accorgerti che ti fa bene.amicizie, libertà del viaggio lento

Ma anche qui non è tutto semplice: la solitudine può pesare, le differenze culturali possono generare incomprensioni, i legami sono spesso temporanei. La libertà relazionale non è l’assenza di vincoli, ma la possibilità di scegliere legami che ci nutrono.

Anche se per poco tempo.

6. Libertà di decidere come trascorrere il proprio tempo

La lentezza ti riporta al tempo vissuto, non solo consumato. Puoi decidere di imparare una nuova lingua, aiutare in un orto, osservare le nuvole per ore. Il viaggio lento ti restituisce il tempo come materia creativa.

Ma attenzione: quando siamo troppo liberi, possiamo anche perderci. La mancanza di struttura può disorientare. Serve coraggio per assumersi la responsabilità del proprio tempo, senza delegarlo ad altri. E serve consapevolezza per capire che ogni scelta porta con sé delle rinunce.

comunità

7. Libertà di dare senso alla propria vita

Forse è la più grande di tutte: la libertà di cercare un senso.

libertà del viaggio lento

7 libertà del viaggio lento

Viaggiando, ho iniziato a pormi domande che non mi ero mai fatto. Su cosa conta davvero, su cosa lasciare andare, su cosa costruire. Non ho trovato tutte le risposte, ma ho imparato ad ascoltarmi.

Dare senso alla vita non è una meta, ma un processo. E il viaggio lento è solo uno dei tanti modi per innescarlo. Non è necessario partire per cambiare. A volte basta fermarsi, ascoltare, respirare.


Verso una libertà consapevole

Il viaggio lento, così come lo intendo io, è un modo per rimettere in discussione le regole scritte da altri e riscoprire, un passo alla volta, quelle che sentiamo nostre. Le “sette libertà” di cui ho parlato non sono un diritto garantito, né una ricetta da seguire alla lettera. Sono possibilità che ho incontrato lungo la strada, e che continuo a esplorare, con tutte le contraddizioni e i limiti del caso.

C’è chi queste libertà le vive pienamente, chi le cerca da tempo, chi le sfiora per un attimo soltanto. E c’è anche chi, per mille ragioni, non può permettersele. A tutti loro va il mio pensiero.

Perché la lentezza, in fondo, è anche questo: guardare il mondo con occhi più umani, meno giudicanti, più attenti.

Se viaggiare lentamente può insegnarci qualcosa, è proprio questo: che ogni libertà, per essere vera, deve tener conto anche della libertà degli altri. E che rallentare, più che un lusso, è un atto di ascolto. Verso se stessi. Verso chi ci cammina accanto. Verso il mondo intero.


Come creare le condizioni per essere liberi?


È vero: molti di noi aspirano a una vita più libera, ma cos’è davvero la libertà? E soprattutto: come possiamo coltivarla, concretamente, nella nostra esistenza quotidiana?

Una delle risposte che ho trovato nel viaggio lento è questa: iniziare a ridurre i bisogni non essenziali. Non perché sia una regola, né un obbligo morale. Ma perché ogni desiderio in meno può diventare una dipendenza in meno, un vincolo in meno, un peso in meno.

Vivere con poco, per alcuni, è una scelta consapevole. C’è chi decide di non possedere un’auto, una casa, o altri beni materiali, e in questo modo riesce ad abbattere molte spese fisse — affitti, bollette, assicurazioni — guadagnando una maggiore flessibilità, più tempo per sé, meno ansia per “far quadrare i conti”. È uno stile di vita che può alleggerire, ma va detto con onestà: non tutti possono permetterselo, e non sempre vivere con poco è una scelta. Spesso è una necessità, e a volte anche una fatica.

Il punto non è tanto rinunciare a tutto, quanto interrogarsi su ciò che davvero ci serve. Siamo immersi in una cultura che ci spinge a lavorare per possedere e a possedere per lavorare, in un circolo vizioso che ci allontana dalla semplicità. Se impariamo a rompere questo ciclo — anche solo in parte — possiamo recuperare margini di libertà. Libertà di tempo, di pensiero, di movimento.

Possedere meno non è un fine in sé. Ma può essere un mezzo per vivere con più leggerezza, per scegliere con maggiore autonomia come impiegare le proprie energie, il proprio tempo, il proprio talento. E per decidere, senza troppi intralci, dove stare, con chi stare, cosa fare.

Forse è solo un sogno, certo. Ma se non iniziamo a interrogarci, se non mettiamo in discussione almeno qualcosa, tutto continuerà a restare com’è — nella nostra vita, nella società, sul pianeta che abitiamo.

wwoof

È importante poter essere liberi di scegliere.

Essere liberi, in fondo, significa poter scegliere.
Scegliere come impiegare le proprie energie. A chi offrire il proprio tempo, le proprie mani, le proprie competenze. Scegliere chi frequentare, dove stare, cosa costruire – e cosa lasciare andare.

La società del futuro, se vogliamo immaginarla, potrebbe essere fatta di individui capaci di scegliere con consapevolezza. Non (necessariamente) liberi da ogni vincolo, ma liberi di orientare il proprio cammino, anche tra mille ostacoli.

Forse è solo un sogno. Ma anche i sogni hanno bisogno di spazio. E se non facciamo nulla per cambiare, nulla cambierà – né nella nostra vita, né nella società, né su questo pianeta.

Alcuni strumenti concreti

A proposito di “creare le condizioni per essere liberi”, so che uno degli ostacoli più grandi è spesso il denaro. Ma esistono risorse e pratiche che, seppur parziali, possono aiutare a muoversi con meno spese e più leggerezza.

Se ti interessa esplorare queste possibilità, ti consiglio due letture:


Aggiornamento dall’Italia con Lentezza Tour


Un incontro sulla strada

Pochi giorni fa, ho incontrato Max. Era in una fattoria WWOOF, come me. Ha 21 anni, viene dalla Svezia ed è venuto in Italia per imparare la lingua e vivere a un altro ritmo.

Se ci fossimo conosciuti in un altro momento della mia vita — quando correvo, quando tutto era scandito da orari e biglietti già comprati — probabilmente ci saremmo salutati senza lasciare traccia. Ma oggi ho tempo. E sono disposto a cambiare i miei piani.

Anche Max ha scelto di rallentare. Ora siamo in viaggio insieme, in autostop, direzione Sicilia. Due persone che non si conoscevano e che hanno deciso di fare un pezzo di strada insieme.

A volte, quando rallenti, succede questo: la libertà ti fa incontrare chi cerca le stesse cose, anche se con parole diverse. E per un attimo, senza che fosse previsto, si crea qualcosa di nuovo. Qualcosa che assomiglia molto alla vita.

Uomini liberi, libertà del viaggio lento
Max, il mio nuovo compagno di viaggio, incontrato in una fattoria wwoof – 7 libertà del viaggio lento



About Simone Dabbicco 36 Articles
Viaggiatore, volonturista e curioso nato a Torino. Dal 2009 esploro paesi, comunità e villaggi ecologici in Europa, raccontando storie di culture e stili di vita diversi. Scopri i miei racconti su VCL!

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