Vivere in un Ashram Indiano. L’avventura spirituale di un viaggiatore lento

L’esperienza di viaggio di Valerio nelle terre dell’India

Era da tempo che volevo visitare l´India. Per permettermi di farlo, due anni fa ho scelto un lavoro part time con contratto a tempo indeterminato: lavoro da Luglio a fine Dicembre, così da Gennaio a Giugno sono libero. Per 6 mesi sono senza stipendio, ma almeno posso vivere questo lasso di tempo senza troppi pesi. Un eremita cristiano sosteneva che “chi ha meno, ha meno da temere“.

Vivere in Ashram, India, statua

Così ho finalmente raggiunto le magiche terre indiane. La mia idea, ora, è di vivere l’India stando tra gli indiani, facendo volontariato e meditando. Sei mesi per giocarmi la vita, sfottermi, sfidarmi e calpestare il mio Io, sempre ingombrante e troppo invadente. L’Ego non ti fa vedere le cose per quello che sono realmente, ti fa vivere nell’illusione, dicono gli indiani.

Viaggiare con pochi soldi

Prima di entrare nel merito di questo racconto vorrei sottolineare che questo tipo di esperienze non sono un’esclusiva per gente privilegiata.  Si può viaggiare con pochi soldi e, per dimostrarlo, elencherò qui sotto una serie di modi che ho appreso e sperimentato di persona nel corso dei viaggi passati.

TEFL

  • Innanzitutto, esistono dei corsi per insegnare le lingue nei centri educativi di tutto il mondo; in particolare, attraverso il sito International TEFL, dopo aver effettuato questi corsi si può trovare un vero e proprio lavoro che consente di entrare in contatto con la realtà del posto aiutando, ad esempio, in un villaggio.

Couchsurfing

  • Con Couchsurfing una volta registrato potrai avere ospitalità gratuita ovunque nel mondo. Puoi anche fare esperienza spirituale in un monastero, entrando in relazione con te stesso e i monaci, magari ricambiando con una semplice donazione volontaria.

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Workaway

  • Con Workaway (o altre alternative), infine, si possono trovare migliaia di opportunità di volontariato con la copertura di vitto e alloggio. Dai soggiorni in villaggi, ai lavori in casa, dagli aiuti negli ostelli alla vita in fattoria,  dalle lezioni di inglese ai bambini, alle esperienze di permacultura. Ci sono altre organizzazioni simili, come wwoofhelpx & voluntouring. Io ho scelto per il momento il sito Workaway. Per farne parte, basta registrarsi, pagare la quota di iscrizione e scegliere dove andare.

Dopo i viaggi trascorsi in Asia, alla ricerca di autenticità, questa volta ho voluto provare, con pochi soldi, a vivere il viaggio in maniera spensierata, senza propositi ma solo per il gusto di viaggiare. Viaggiare cioè vivere, vedere, entrare in contatto, essere parte di una realtà, dando il proprio contributo e, infine, ringraziando per l’ospitalità.

Un’esperienza di viaggio spirituale: il progetto del Vindrakunj

Dopo Delhi, Agra e Mathura, attraverso Workaway ho trovato il progetto del Vindrakunj, che ospita e accoglie volontari fornendo alloggio all’interno del loro Ashram. Si tratta di un centro devoto al movimento Hare Krishna. Qui, si canta all’alba, si medita, si leggono scritture e si tengono lezioni di Yoga. La struttura è un posto silenzioso, con un giardino circondato dalle mure antiche del tempio. Pasti a colazione, pranzo, e cena sono offerti con tariffe diverse agli ospiti e ai volontari.Vivere in Ashram, India

Il centro collabora con la comunità indiana aiutando nelle strade, ripulendo giardini e spiagge dai rifiuti. Inoltre si attiva per assistere i piu bisognosi distribuendo loro del cibo, gli animali fornendo assistenza in una struttura apposita, infine i bambini di un villaggio dove é stata costruita, con bottiglie riciclate, una scuola per farli studiare. Ora sto vivendo nel loro Ashram!

Vivere in Ashram: uno stile di vita semplice

Vivere in Ashram è un tentativo riuscito di condurre un’esistenza semplice, lenta, tranquilla, condivisa, di contemplazione e pratica. Mangiando sano, vivendo di poco, in un luogo silenzioso, con scimmie che volano libere da un albero all’altro e scoiattoli che scivolano dietre le panchine del giardino in cerca delle loro ciotole. Si lavora insieme, si aiuta chi ha bisogno, si agisce con compassione e senso etico. Per chi ha voglia e bisogno di pace interiore ci sono apposite sale per Meditazione e Yoga, canti nel tempio, e recitazioni di mantra. Da quando sono qui non ho mai notato tensioni. I momenti fragili, i dubbi e le tensioni passano anche da queste parti ma l’energia positiva e la condivisione é tale che difficilmente ti senti solo.

India con lentezza

Vivere in Ashram, IndiaCollaborare in progetti di volontariato mentre si viaggia, aiuta a conoscere, in maniera veramente profonda, gli stili di vita e i modi di pensare locali, lontano dalle macchine fotografiche e dai tour turistici. Tutto ciò aiuta anche a conoscere se stessi, rendendosi utili agli altri.

Viaggiare con lentezza, in fin dei conti, non è far passare il tempo ma viverlo. È anche contemplare la realtà, agendo con sereno distacco.

La magia dei templi indiani

Questa mia esperienza in Ashram mi sta insegnando molto e penso che sia una grande opportunità per  ascoltare imparare e “sentire”. I canti all’alba, lo yoga, la lettura di sacre scritture discusse insieme, la “comida compartida”, il volontariato nella scuola. Tutto viene vissuto come una comunità di amici che si divertono, ballano, cantano, pregano e, continuamente, ridono.

Vivere in Ashram, IndiaDurante il mio tempo libero visito il complesso affascinante del Balaram, tempio della società internazionale Hare Krishna, dove si trova la tomba di Swami Prabhupada, il fondatore. Tutto in marmo bianco, che alcuni mi dicono sia italiano. Il tempio apre la strada verso Krishna da un portale luminoso e decorato, e porta alla tomba del Guru, attraverso una scala così ben rifinita che verrebbe voglia di toccarla.

Mentre giro e osservo la moltitudine di innamorati di Krishna da tutto il mondo, vengo fermato da un italiano che vive qui da 30 anni. Mentre parla fa continue pause cantando Hare Krishna.

Un italiano innamorato dell’India

Vivere in Ashram, IndiaE´veneto, e ha scritto un libro sulla vita eterna dei devoti. Camminiamo e mi spiega la storia del guru, il suo pellegrinare per il mondo e la sua morte macchiata da ingiurie per “fini politici”.

“Se ci identifichiamo col Dio non abbiamo più nulla da perdere, non dobbiamo aver paura di fare bene o male per rinascere o no, cantando il Suo nome siamo nel momento presente senza ricavarne felicità o infelicità, la nostra anima è vuota e si connette all’Uno, fondendosi con l’universo.” Mi dice.

Un uomo simpatico e molto ascetico, ma sempre con uno stile italiano, genuino e meno… estremo nel suo misticismo. Visito templi e strade: la gente é devota, anche incredibilmente gentile e bella. Non ho mai visto un amore divino coinvolgere così tanto le persone, da ogni dove, cambiando la loro testa e il loro cuore, la loro casa e la loro vita.

Mi impressiona vedere russi vivere da indiani, donne colombiane parlare Hindi, bambini  tedeschi che crescono a Vindravan. É un mondo a parte qui, si respira devozione, “amore incondizionato”, come dice Lalita, la brasiliana che ci insegna yoga alle 7 del mattino.

Conclusione

Ho parlato molto con un colombiano che vive in Ashram da 6 anni; quando gli chiedo cosa porta gente da tutto il mondo a trasferirsi qui per Krishna, lui mi risponde molto semplicemente:

“Ci sono studi di teologia che dimostrano come la più alta espressione di trascendenza sia quando ti identifichi con Dio uscendo da te e portando Dio dentro, in una relazione così profonda da sentirlo come un amico,un padre, un amante. Un Dio che non ti fa paura ma che ti rende libero e felice.”

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About Valerio Petrone 1 Article
Lavoro in un call center, part time. I mesi che non lavoro, scrivo, cammino, vivo. Viaggio più che posso per capire come si muove il mondo

3 Commenti

  1. una bellissima e coraggiosa esperienza raccontata con gioia, verrebbe voglia di stare lì anche a chi come me non è seguace di Krishna. buon viaggio!

  2. Che bella esperienza e che bello stile di vita. Continui sempre a vivere lavorando per 6 mesi e viaggiando per i restanti 6?

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