La vita nella campagna spagnola
Paese lento
Sarà che siamo in Spagna, la madre patria della Siesta e della Fiesta, sarà che il sole e il caldo ostacolano le attività lavorative, ma qui a Los Olivos la vita scorre davvero lenta.
Per fortuna, qui è pieno di volenterosi aiutanti da tutte le parti del mondo! Anche per questo, a nostro avviso, la vita di Clara e Francisco è davvero “piena”, ricca di allegria, festa, un’atmosfera quasi idilliaca, piena di gente che proviene da culture differenti. Ci sono francesi, inglesi, cinesi, giapponesi, australiani, spagnoli, italiani, yemeniti, svizzeri, tedeschi, scozzesi, peruviani, ecc.
Se non fosse che la loro casa è in uno stato piuttosto disastroso (anche loro hanno deciso di costruirsela da soli) e i lavori, purtroppo, proseguono con molta calma (lentamente), la vita di Clara e Francisco sarebbe davvero… Perfetta!
Inseguire un sogno
Campagna: c’è chi fugge a gambe levate.
Recentemente tre ragazzi veneti, sono venuti qui a fare couchsurfing; hanno piazzato la tenda davanti alla casa, dormito una sola notte, per poi lasciarci la mattina presto del giorno successivo, pur avendo pianificato di stare più giorni. Dobbiamo ammettere che la situazione è stata piuttosto comica, perché, appena arrivati, hanno visto quattro letti sistemati davanti alla porta principale della casa. A molti volontari de Los Olivos piace dormire fuori di notte, complice il caldo, ma anche il panorama romantico. È bello avere un soffitto fatto di stelle.
Scelte di vita…
I volontari che invece decidono di fermarsi qui, alla fattoria, pur non condividendo lo sporco, il disordine lasciato in giro, la grande quantità di cibo in balia delle formiche, degli insetti, e degli altri animali della fattoria, non possono non ammettere che qualcosa di vuoto esiste nella loro vita di città mentre, invece, qualcosa di molto bello e seducente pervade quella della comunità-famiglia di Los Olivos. Proprio l’altro giorno ne parlavamo con Roxanne, una volontaria francese di vent’anni, seduti nel parco della chiesa qui vicino, l’Ermita de la Poveda.
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