La comunità di viaggiatori nell’azienda agricola di Piccapane

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Nel cuore del Salentino, a Cutrofiano, siamo ospiti di Piccapane, un’azienda agricola che porta con sé una storia affascinante. Il nome “Piccapane” in dialetto salentino significa “poco pane”, ma nell’agriturismo di Giuseppe, il pane non è affatto un bene scarso. Si possono degustare specialità come le frise, le friselle, i taralli e i tarallucci – autentici sapori della Puglia.

La narrazione di Piccapane si intreccia con quella di Giuseppe, conosciuto come Beppe. Un tempo consulente aziendale, ha vissuto per un decennio tra i ritmi frenetici e i paesaggi urbani di Milano. Con una laurea dalla Bocconi alle spalle, non avrebbe mai immaginato di diventare un contadino. Nei suoi piani c’erano probabilmente un ufficio, un appartamento cittadino e una vita borghese. Ma un viaggio, unito a esperienze in barca a vela e a periodi trascorsi nelle verdi campagne napoletane, ha spostato il suo orizzonte, introducendolo a una nuova visione di vita.

Oggi, a 40 anni, con un animo ancora giovane e dinamico, Beppe vanta una profonda competenza in agricoltura biologica. Un sapere che, sebbene radicato nelle tradizioni familiari, è stato arricchito e affinato grazie agli insegnamenti di amici, contadini e saggi agricoltori della zona.

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–”Picca pane e picca pater nosci”. Ovvero: Chi si accontenta di poco, può vivere meglio

Una comunità di viaggiatori a Piccapane

Piccapane è un azienda, ma tutt’intorno ad essa si è formata una vera e propria comunità. La casa di Beppe è la casa di tanti viandanti, non importa chi siano e da dove vengano.  C’è tantissima gente sconosciuta che entra ogni giorno all’interno della proprietà: guardo Beppe, gli chiedo chi siano questi signori sconosciuti, lui fa cenno di non saperlo ma non sembra nemmeno curarsene. È normale, qui, incontrare ogni giorno persone nuove, che siano turisti, viaggiatori, amici di amici, o clienti dell’azienda. Lo scambio, l’incontro e la condivisione, sono la normalità.
D’altronde all’interno della stessa azienda è stata aperta una foresteria per accogliere la moltitudine di turisti che puntualmente, d’estate, invade il Salento. C’è anche un ristorante vegano per soddisfare le esigenze di tutti e dimostrare, una volta per tutte, che vegano non è assolutamente sinonimo di tristezza a tavola!
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Vivere la Magia del Wwoofing a Cutrofiano

A Cutrofiano, mi immergo in un’esistenza quasi fiabesca, circondato da compagni di viaggio divenuti amici. La giornata inizia con un lavoro manuale: c’è una chiara divisione dei compiti e degli obiettivi, che culmina nel momento conviviale in cui ci riuniamo a tavola, saboreando ciò che la terra ha offerto e che le nostre mani hanno raccolto o trasformato.

Il pomeriggio è dedicato alla siesta o a escursioni rilassanti: che sia un tuffo nel mare cristallino o una passeggiata tra gli affascinanti borghi Salentini. E non può mancare una pausa golosa, concedendosi un gelato, o magari un pasticiotto di Galatina dalla rinomata pasticceria Ascalone, o deliziandosi con le prelibatezze di DolceArte a Cutrofiano.

Ma ciò che veramente cattura il mio cuore del Salento è il suo tramonto. La vista della spiaggia che si tinge di arancio e rosso, con il sole che si tuffa lentamente nelle profonde acque dello Ionio, è così mozzafiato che non è insolito vedere bagnanti in piedi ad applaudire, come per ringraziare il sole per lo spettacolo quotidiano che offre, prima di scomparire all’orizzonte.

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[Leggi anche: Puglia con lentezza]
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Sposi nomadi a Piccapane

A Piccapane, tra i tanti viandanti e wwoofers, emergono due figure speciali: Andrea e Veronica. Conosciuti nel mondo del web come “spiantati erranti”, questa coppia di blogger ha scelto di vivere l’esperienza del wwoofing insieme alla loro piccola Maelia. E il destino ha voluto che proprio tra gli ulivi e i campi di Piccapane pronunciassero il loro “Sì”. Il testimone al fianco di Andrea? Nessun altro se non Beppe!

Beppe, nonostante il suo carattere talvolta burbero, ha reso quel giorno indimenticabile. Ha curato personalmente la cena e il catering, coinvolgendo il ristorante e tutto il suo affiatato team. Posso affermare, senza ombra di dubbio, che sia stato uno dei matrimoni più autentici, creativi e toccanti a cui abbia mai preso parte. La magia di quel “Sì”, un impegno profondo e sincero, tanto raro in questi giorni, è stata avvolta dall’affetto di amici vecchi e nuovi. E come se non bastasse, la festa è proseguita con un pomeriggio inebriante a “Porto Selvaggio“, gioiello delle riserve marine pugliesi, e si è conclusa con una cena fatta di pizza, delizie vegane, vino in abbondanza e una torta nuziale da sogno. Che fortuna essere arrivati qui, proprio in questo momento speciale!

La nostra avventura, dunque, continua nel miglior modo possibile. E il Salento si conferma… lento!

GUARDA IL VIDEO di questa esperienza!


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Viaggiatore, wwoofer e ragazzo curioso da Torino. In viaggio dal 2009, amo scrivere articoli su paesi, comunità, famiglie e villaggi ecologici dove si vivono culture e stili di vita diversi. Per saperne di più sfoglia il blog, oppure cercami su Facebook.

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