In giro per l’Italia per trovare nuove ispirazioni
Mi chiamo Anna e circa due anni fa ho deciso di fare i bagagli e andarmene in giro per l’Italia a fare volontariato. Quando l’ho comunicato ai miei, pensavano che fossi impazzita. «Alla tua età devi trovare un marito e fare dei figli, perché vuoi perdere tempo a fare qualcosa che non ti viene neanche retribuito?» mi dicevano attoniti. La verità è che ero stanca di lavorare al computer come traduttrice freelance e nelle scuole come insegnante a chiamata. Non era (e non lo è tuttora) mia intenzione rientrare negli schemi imposti da una società che ti vuole “sistemata” entro una certa età sul piano professionale e matrimoniale. Sentivo anche l’esigenza di allontanarmi per un po’ da amici e parenti che sembravano non capire più le mie scelte, e da una piccola città di provincia dove le cose scorrono sempre tutte uguali.
Wwoof-eggiare
Così mi sono messa a fare qualche ricerca su internet e ho trovato che il Wwoofing e il Workaway facevano al caso mio, permettendomi di avere sempre vitto e alloggio in cambio di sei ore giornaliere di lavoro gratuito, stando a contatto con la natura e gli animali. Viaggiare apre davvero i tuoi orizzonti mentali, aiutandoti a sconfiggere paure e pregiudizi; se poi sei una donna e viaggi da sola, ti alleni ad essere coraggiosa e a fidarti degli altri.
Prima tappa: le verdi e lussureggianti colline della Toscana
In questa bellissima terra ho fatto volontariato in due posti stupendi.
In un rifugio che salva i cosiddetti animali da reddito scampati al macello, insieme ad altri ragazzi mi sono presa cura di maiali, asini, cavalli, conigli, galline, mucche. Il mio preferito era Ficosecco, un cucciolo di cinghiale che si lasciava di rado accarezzare perché era impegnato a scorrazzare nel grande recinto alla scoperta del mondo.
Il monastero buddista di Pomaia
Esperienza indimenticabile è stata anche nel monastero buddista, dove il karma sembra davvero girare in fretta, facendoti fare in maniera accelerata le esperienze che servono per evolverti. Dopo il mio lavoro quotidiano tra la pulizia dei bagni in comune e della mensa, avevo la fortuna di godere dello spettacolo incantevole offerto dal boschetto e dal ruscello circostanti, di meditare davanti alle numerose statue del Buddha facendo girare le ruote di preghiera.
Ho condiviso il mio viaggio all’istituto con persone splendide, ognuna delle quali mi ha lasciato un insegnamento: Matilde, che praticava viaggi astrali; Gianmarco, che ci ha insegnato a ridere senza prendersi troppo sul serio; Roberto, che si è offerto di darci lezioni di yoga; Olivia, che offriva trattamenti energetici per ripulire i chakra; solo per citarne alcuni.
Seconda tappa: il lungo inverno in Lombardia
Dicono che “quelli del Nord” sono freddi ma io mi sono sentita subito a casa, accolta come in una vera famiglia; mi sono trovata talmente bene che in questa fattoria mi ci sono fermata per ben sette mesi!
Maddalena sfornava pane e pizza da far venire l’acquolina in bocca, mentre Graziella curava con amore i fiori del vivaio. Con loro mi sono divertita a preparare succhi di mela, marmellate e conserve di pomodori. E per un periodo ero stata soprannominata “la signora dei porri” per la quantità industriale che ne avevo raccolto e pulito! Il divertimento era assicurato con Marco e Nicola, i due braccianti agricoli dalla battuta sempre pronta che mi hanno fatto fare una scorpacciata di risate.
Terza tappa: fiori ed erbe spontanee in tavola
Quando sono arrivata da Laura, in provincia di Bologna, mi sembrava di stare in un regno incantato. Il giardino era spesso avvolto dalle nebbie, come quelle di Avalon, e l’aspetto di Laura (capelli rossi e occhi blu) sembrava quello di una fata, per non parlare delle casette di legno che spuntavano qua e là nel bosco come folletti! In questa fattoria mi sono travestita spesso da elfo per accogliere i bambini che venivano a trovarci in gita scolastica, ho imparato a cucinare con fiori eduli e piante infestanti insieme a Gaia, ho ballato al ritmo dei tamburi africani con Seydan, mi sono fatta leggere la mano e i tarocchi da Andrea.
Quarta tappa: il fascino medievale dell’Umbria
In provincia di Perugia mi hanno accolto Aldo e Teresa, rispettivamente naturopata/iridologo e counselor in metamedicina. Ex insegnanti della scuola pubblica, decidono di mettersi in gioco acquistando un casolare che trasformano in una struttura ricettiva per turisti, con tanto di camere, piscina e ristorante.
Qui mi sono occupata dell’orto (dove spesso mi capitava di raccogliere zucchine ciccione che poi venivano trasformate dagli chef Sergio e Francesca), dell’aloeto (dal quale Aldo ricavava le foglie da trasformare in prezioso sciroppo in base all’antica ricetta di un frate), della lavanderia (dove lenzuola e asciugamani da stirare per gli ospiti sembravano non finire mai!). Ma la parte più bella della giornata era aiutare i cuochi a preparare bontà vegan, tra discussioni filosofiche, musica e risate.
Quinta tappa: vieni a ballare in Puglia
Acqua piovana, pannelli solari, compost toilet, orto sinergico, compostiera: in una parola, ecosostenibilità. È questa Mater, come una madre che ti accoglie in un caldo abbraccio, un luogo creato da una donna (Tommasina, architetto e insegnante part-time) per proteggere altre donne, similmente al logo dell’azienda agricola in cui figura la dea egizia Nut.
Qui ho condiviso il winter garden con Shannon e Clémentine, due volontarie rispettivamente americana e belga, con cui ho imparato a fare le orecchiette e i cavatelli, ho seguito un corso di permacultura e fatto passeggiate lungo la spiaggia della riserva naturale di Torre Guaceto. Se vi trovate a passare da queste parti, non vi fate sfuggire l’occasione di montare in sella a una bici che aziona la lavatrice a pedali e di salire su un autobus abitabile di colore blu con le immagini di divinità induiste sulla carrozzeria!
Sesta tappa: profumo di agrumi in Sicilia
Su quest’isola fa caldo anche d’inverno, tanto da raccogliere frutta esotica e arance in maniche corte! Per circa due mesi ho dato una mano a Salvo, che ha fatto della permacultura la sua filosofia di vita, aiutato da Roberto e Claudio, i due soci che si occupano rispettivamente di ortaggi e alga spirulina. Se siete amanti dell’avventura, questo posto è molto selvaggio e anche la sistemazione dei volontari (provenienti da ogni parte del mondo) è molto spartana: si dorme nelle roulotte sparpagliate nel campo, si fa la doccia in un container, si usa la compost toilet per i bisognini, ci si può rilassare sul divano della cob house e si preparano a turno i pasti. Svegliarsi al mattino circondati da alberi e piante, e godersi la vista dell’Etna che di sera faceva mostra di sé con le sue colate incandescenti, non ha prezzo!
Settima tappa: il richiamo di una terra magica abitata da pastori e guerrieri, tra anime antiche e siti nuragici
Tra le montagne della Barbagia, a nord-est della Sardegna, ho trovato ospitalità da Francesca e Antonio, che sono scappati dalla vita frenetica di città per coltivare l’orto e costruire una casetta passiva in bioedilizia dove poter abitare insieme al loro dolcissimo Michelino di tre anni. Qui ho visto per la prima volta un chicken tractor, ho fatto foraging per preparare degli ottimi pesti a base di erbe selvatiche che poi avremmo venduto nei mercatini, ho preso parte alla festa in cui i seed savers si scambiano le sementi per favorire la biodiversità.
Dopo due settimane mi sono trasferita a pochi chilometri di distanza da un loro amico, Alessandro, titolare di un B&B. Ex agente immobiliare, ha deciso di cambiare vita coltivando l’orto e la vigna, raccogliendo calendula e fumaria per i suoi preparati miracolosi, acquistando un apiario. Appassionato di nordic walking e con un patentino come guida escursionistica e ambientale, Alessandro mi ha portata alla scoperta delle meraviglie locali insieme ai suoi tre cagnoloni combinaguai! Il padrone di casa si è rivelato anche un ottimo cuoco: ancora adesso mi viene l’acquolina in bocca se ripenso alla sua ananas allo spiedo con cannella e zucchero di canna, oppure al risotto preparato con gli asparagi selvatici raccolti nel boschetto confinante.
Ottava tappa: agri-asilo in Veneto
È indescrivibile la gioia di raccogliere i pisellini freschi nell’orto per poi sgranarli insieme ai bambini dell’asilo, così come vedere le loro faccine meravigliate incontrando in giro per la fattoria gli animali più strambi come pavoni, porcellini d’India, coniglietti nani, caprette tibetane, quaglie, tartarughe, scoiattoli, ricci. Emilio e Claudia, titolari di una fattoria in provincia di Padova, si dedicano anima e corpo al loro progetto, organizzando anche feste private ed eventi di beneficenza. Ho condiviso questa breve avventura con Carlos, uno stagista spagnolo che sogna di aprire una fattoria sua, Lacine, un ragazzo africano che si aggirava spesso con il tagliaerba intorno ai recinti, e Patrizio, un ironico sessantenne che ha girato il mondo facendo ogni tipo di lavoro.
Riflessioni sul viaggio
Fare questa esperienza ha letteralmente cambiato la mia prospettiva.
Ho svolto lavori di tutti i tipi, imparando cose nuove ogni giorno (aiuto cuoca, lavapiatti, cameriera, contadina, bambinaia, badante, imbianchina); ho avuto la fortuna di visitare luoghi fantastici e di godere di panorami stupendi; ho conosciuto persone eccezionali, anche loro alla ricerca di se stesse, che mi hanno fatto crescere molto a livello umano; ho imparato a essere grata per le cose che spesso si danno per scontate come avere un letto nel quale dormire, l’acqua per lavarti, un piatto caldo per sfamarti; ho imparato a sprecare di meno come ad esempio chiudendo il rubinetto dell’acqua quando ti lavi i denti o spegnendo la luce quando lasci la stanza; ho imparato ad apprezzare le piccole cose come un fiore che si schiude al mattino, una pianticella che poi ti donerà i suoi frutti, le formiche che camminano su un albero, il canto gratuito degli uccelli, il sole che sorge per riscaldarti le membra.
Se avete voglia di staccare la spina per un po’ e vivere un’esperienza unica, viaggiare vi aiuterà a schiarirvi le idee e vi arricchirà molto in termini di crescita personale.
Note personali:
Mi chiamo Anna, sono un’appassionata di meditazione e letture sulla crescita personale, pratico free hugging e eye contact, mi piace andare in bici e camminare nella natura, adoro cucinare e quando posso viaggio. Se vi va, potete leggere il mio libro dal titolo “Il giorno in cui ho detto basta” edito da Ventura Edizioni.
Profili Instagram: @anna_cascone_scrittrice e @anna_cascone_vegan_chef
Le foto condivise da Anna
[Leggi anche la sezione Italia con lentezza: stili di vita alternativi in Italia]
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Ciao Anna. Posso chiederti il nome dell’az. Agricola lombarda? Anche io faccio wwoofing e mi piacerebbe conoscerli ! Grazie 🙏❤ buoni passi.
Ciao.
Mi auguro tu stia bene in questo tempo di follia generale!
Scusa per il mega ritardo ma non uso più il blog, pensavo di averlo chiuso ma evidentemente l’operazione non è andata a buon fine. Sono un po’ analogica 😅
L’azienda dove sono stata si trova a Cremella, in provincia di Lecco. Si chiama Bionaturaviva.
Anche tu nel circolo wwoof e workaway?
Ti abbraccio immensamente, anima bella 🙏♥️
Sto scrivendo un libro sulle avventure vissute durante il mio giro d’Italia 😉
Buongiorno Anna, sono Massimo, volevo ringraziarti per aver condiviso il tuo viaggio, se solo non fossi tanto introverso ed indeciso piacerebbe anche a me fare esperienze simili. Bhe se la prossima volta vuoi un po di compagnia, fammelo sapere.
Buona giornata, Massimo